LA NASCITA DELLA VITA

ANSIA DA SEPARAZIONE, una nuova nascita

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vabadus
icon12  view post Posted on 19/11/2010, 09:12




E' una fase delicatissima e tappa fondamentale per la sua crescita.
Purtroppo una delle conseguenze è la difficoltà nell'addormentarsi, e i ripetuti risvegli che ci portano stanchezza e stress non indifferenti (toglietemi tutto ma non il mio sonno).

Intanto bisogna accettare che questo momento prima o poi arriverà. Per le mamme che hanno avuto sempre problemi nell'addormentamento è un'altro problema in più che spesso non distinguono dal solito, visto che tende ad accavallarsi con glia ltri piccoli poblemi che il pupo potrebbe avere nel momento dell'addormentamento. Per altre mamme invece, quelle abituate a dormire anche 6/7 e più ore di seguito, sembra essere invece cominciato l'inferno delle notti insonni.. mamme alle quali l'abitudine di dormire bene e a lungo era diventata una routine fondamentale per ricaricarsi delle energie consumate durante la giornata.

Ma il punto è, cosa è l'ansia da separazione? E come devo comportarmi?

ANSIA DA SEPARAZIONE NEL NEONATO
cosa è e come riconoscerla

Spitz è colui che ha riconosciuto questa fase come una delle tappe evolutive importanti nella crescita della psiche del neonato. Di solito non avviene mai prima dei sette mesi in quanto per entrare in questo periodo il neonato deve intanto saper distinguere la propria madre e le figure a lui familiari dagli estranei, verso i quali si relaziona in maniera diffidente.
In questa fase ha il neonato ha inoltre scelto la figura preferenziale di attaccamento, che nella maggior parte dei casi è la madre, se presente, svilupperà così tutta una serie di comportamenti che saranno rivelatori della cosiddetta ansia di separazione.

Un primo esempio di questi comportamenti è la paura del buio o il rifiuto di andare a dormire nel proprio letto.


Addormentarsi rappresenta infatti una separazione dalla figura di attaccamento che deve essere gestita secondo un rituale prevedibile e non affrettato, come cantare una ninna nanna o raccontare una favola, rimboccare le coperte, dare il bacio della buonanotte. Questo insieme di azioni creano un contesto di coerenza all’interno del quale questo tipo di ansia riescere ad essere gestita con successo.


Un evento tipico dell’ansia di separazione è rappresentato dal momento dell’inserimento del bambino all’asilo o nell’ambiente scolastico. In questi casi è meglio affrontare direttamente le emozioni del bambino. E’infatti naturale che il bambino protesti alla separazione anche con un pianto disperato, ed è auspicabile che il genitore sappia accogliere questo dispiacere senza sentirsi in colpa e senza negarlo.
Un’altra forma attraverso la quale il bambino manifesta il disagio connesso alla separazione dal genitore è la frequente lamentela di sintomi fisici, come il mal di pancia o il mal di testa in procinto di una separazione. Questo comportamento è molto diffuso in età scolare e si mescola spesso a difficoltà legate all’ansia da prestazione e a possibili difficoltà sociali all’interno del contesto scolastico che, se presenti, devono ricevere la giusta attenzione.

Ancora i sintomi dell’ansia di separazione possono comparire ogni qual volta si presenti l’occasione di separarsi per un periodo anche breve dal genitore; possono allora emergere nel bambino timori insoliti, come quello di essere rapito o che accada qualcosa di male al genitore che si allontana. Naturalmente è anche importante il modo in cui il genitore vive e gestisce lui stesso i momenti di allontanamento dal proprio bambino. L’ansia ha infatti il potere di trasmettersi da un soggetto a un altro e pertanto se il genitore vive in modo apprensivo ogni separazione non si può pretendere che il bambino la viva in modo sereno.

Non bisogna dimenticare che a sei mesi il bambino per valutare le situazioni di novità e di pericolo del mondo utilizza il riferimento sociale, cioè guarda il volto della madre e decide in base all’espressione che legge sul viso di quest’ultima cosa fare e come sentirsi. Se vedrà un volto terrorizzato ed in preda al panico non potrà mai sentirsi rassicurato.

Il criterio che permette di differenziare manifestazioni normali dell’ansia di separazione, che è un’emozione normale presente in tutti i bambini, rispetto a un disturbo d’ansia che deve incontrare il parere di uno specialista è individuabile nella stabilità nel tempo e nell’intensità di questi comportamenti. Se il pianto al momento dell’allontanamento del genitore è considerto un fenomeno normale non è così se la separazione scatena costantemente vere e proprie crisi di inconsolabilità e di panico.

Dunque anche i bambini più pacifici e dormiglioni possono iniziare a ribellarsi al lettino oppure svegliarsi di tanto in tanto di notte. Se l’educazione al sonno è stata impartita in modo corretto e quindi queste manifestazioni rappresentano una novità rispetto al comportamento dei mesi precedenti, si potrà allora ipotizzare che siano in relazione proprio con questa fase dell' “ansia da separazione”.

Ricordiamoci sempre che si tratta di una sensazione dolorosa dovuta al fatto che il bambino inizia ad avere piena consapevolezza del fatto che lui e la mamma sono due entità distinte e che quindi la mamma è separata da lui. A questa “scoperta”, naturale, ma per alcuni bimbi destabilizzante, si aggiunge un’altra nuova consapevolezza: la mamma può allontanarsi e anche sparire.

Questo è il periodo in cui si sviluppa il senso della permanenza dell'oggetto dell'oggetto,
comincia a capire che le cose esistono anche quando sono fuori dal campo visivo. E' l'età in cui il bimbo nel seggiolone lascia cadere gli oggetti ed aspetta che i genitori li recuperino per poi farli cadere nuovamente. Per quanto riguarda i genitori il bambino capisce che sono unici e quando non li vede pensa che siano andati via.
Ma il concetto di tempo non è ben conosciuto (il bambino ragiona per "qui e adesso") ed essere andati a lavorare o semplicemente in un'altra stanza non fa differenza: il piccolo non sa se e quando mamma o papà torneranno e si dispera. L'età non gli consente di capire che "non vedere" il genitore non significa che questo è scomparso per sempre e fa di tutto perché questo non accada. Piange e si dispera finché il genitore ricompare.
Per questo i bambini apprezzano molto i giochi tipo "bu, bu, settete" oppure "dove è il mio bambino?" che simulano la scomparsa e l'immediata ricomparsa del volto familiare dei genitori. Capisce presto che il suo comportamento provoca l'immediata ricomparsa del padre o della madre.

Questo può inizialmente fare piacere perché conferma la relazione di attaccamento del bambino ma può avere anche effetti devastanti sugli adulti che possono sentirsi "prigionieri", non più liberi nemmeno di andare al bagno in solitudine.
Ecco allora che si rende necessaria un po' di libertà, di riposo, e bisogna lasciare il bambino con qualcuno, anche solo per un'ora. Ma come fare? Ci sono alcune strategie che possono essere impiegate per diminuire l'ansia da separazione.

COSA FARE

Se l'ansia da separazione avviene durante il sonno, ovvero difficoltà nell'addormentarsi e risvegli:

Mantenete costanti i rituali a cui il bambino è abituato!
In questo periodo delicato è più che mai opportuno attenersi ai rituali della buona nanna, che aiutano il bambino ad acquisire sicurezza.
Se si sveglia durante il sonno, si può attendere un poco, è possibile infatti che si riaddormenti da solo ma trascorsi i quali è bene raggiungere il lettino e far sentire al bambino la propria presenza, sussurrandogli qualche frase affettuosa, magari anche accarezzandolo se è una vostra abitudine. In questo modo si aiuta il bambino a comprendere che la mamma c’è e torna sempre. Nei casi estremi (pianto insistente e impossibilità del bambino a riaddormentarsi), conviene invece prenderlo in braccio: ma ricordiamoci che questa è l'ultima spiaggia perchè farlo potrebbe significare porre le basi per una scorretta educazione al sonno.

Se l'ansia avviene durante il giorno
Quindi quando un nostro allontanamento determina crisi di pianto profonde ad esempio quando lo dobbiamo lasciare al nido, o con nonni, zii o baby sitter.
In questo caso evitare la scomparsa repentina quando il bambino è distratto: questo comportamento accentua, invece di diminuire, l'ansia.

Non "abbandonare" il bambino quando è affamato o stanco per la concomitanza di momenti importanti per la relazione con il genitore (pasti, riposo).

E' utile, inoltre, ritagliarsi un tempo prolungato per il commiato che consenta al bambino di familiarizzarsi con la baby sitter o nell'asilo nido mentre il genitore è ancora presente. La calma e la fermezza sono fondamentali.

I saluti devono essere prolungati, attenti ed affettuosi, con frequenti rassicurazioni relative al ritorno comprensibili per il bambino (dopo mangiato, prima che faccia buio) e quando si va via non si deve tornare indietro.

Il va e vieni dei genitori non fa altro che peggiorare le cose lasciando capire che anche il genitore è disperato e non vuole separarsi.

Abitualo a stare senza di te. L'abitudine a stare con gli altri si apprende sin dai primi mesi, quindi fallo stare in compagnia dei nonni o di altri familiari anche per brevi momenti.
Quando stai per allontanarti parlagli e digli che tornerai presto, dagli un riferimento temporale, ad esempio "tornerò dopo il tuo pisolino", così saprà quando aspettarti.

Il ritorno deve avvenire quando promesso ed essere affettuoso e gioioso: solo in questo caso il bambino maturerà la certezza sulla ricomparsa dei genitori e sarà più tranquillo.

Mantenere il controllo delle proprie ansie; se il bambino percepisce o nota il disagio del proprio genitore nel momento in cui egli si allontana, arriverà alla conclusione che ci deve essere in questo qualcosa di sbagliato o che non va.

Suscitare sentimenti di sicurezza per il bambino, offrendogli molto amore e molte attenzioni. I bambini imparano più velocemente quando ricevono l'affetto necessario piuttosto che quando i genitori assumono stili di educazione severi e duri.

Effettuare "separazioni a breve termine", all'interno della casa. È utile che il genitore, appena va in un'altra stanza fuori dalla vista del bambino, dica "Dove è andata mamma?". Quando poi ritorna, potrebbe dire "Eccomi! Sono qui!". Queste brevi separazioni ripetute potrebbero aiutare il bambino ad imparare che l'allontanamento del proprio genitore è solo temporaneo.

Gioca al gioco del cucù. Può sembrarti stupido e banale ma si tratta di un'attività importantissima perché gli insegna e gli dimostra che, se anche non ti vede, in realtà non sei sparita ed esisti ancora. Gioca al cucù sin da piccolissimo e vedrai che, con il passare dei mesi, quando riapparirà il suo sorriso ti dimostrerà che ha capito il messaggio.

Usa un oggetto che ti sostituisca. Se devi allontanarti lasciagli un orsetto di peluche o la bambola, il suo gioco preferito o semplicemente il succhietto: si chiama oggetto transazionale e diventa un vero e proprio sostituto della mamma quando lei non c'è. Così in tua assenza il bambino si sentirà più sicuro e tranquillo.

L'ansia da separazione è una fase fisiologica dello sviluppo del bambino ed è la dimostrazione scientifica che i genitori sono le persone più importanti dell'Universo.

fonti
www.pianetamamma.it/il-bambino/ansia-di-separazione.html
http://housetv.forumcommunity.net/?t=11684210
http://nanna.blogmamma.it/2010/02/02/risve...da-separazione/
www.ilprisma.org/articolo84.htm
http://www.saperlo.it/guida/come-aiutare-u...arazione-20097/

Edited by vabadus - 19/11/2010, 09:50
 
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